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Una selezione delle cose lette, ascoltate, e viste. 2024 | Gennaio. Seconda metà.
Anche se pubblicato alla fine del 2023, vi consiglio questo articolo perchè penso sia una perla di umorismo involontario. Peraltro, quando ricapiterà di leggere “Silvio Berlusconi” accanto a parole come “sensitive soul”?
Come anticipato dal titolo, la lettura dell’intero pezzo si rivela a dir poco amena, a cominciare dal racconto che Lucas Vianini (curatore sembra davvero essere il mestiere del momento!) fa ad Angela Giuffrida del suo primo incontro con Silvio Berlusconi e che sembra rimandare ad un episodio di Downton Abbey.
“I was welcomed by the butler, who took me to a room, and after a few minutes the dogs came running in and Berlusconi appeared.”
É possibile che il nome del maggiordomo fosse Carson ed i cani in questione Labrador?
Sempre pubblicate tra la fine del vecchio e l’inizio del nuovo anno sono le liste delle mostre da non perdere, apparentemente.
Tra le più interessanti quella stilata dal Financial Time che include Bar Stories on Camera alla Galleria Campari di Milano fino al 30 Aprile.
Ho trovato interessante che quella de Il Giornale dell’Arte non includa nessuna delle tre mostre (Caspar David Friedrich: Art for a New Age, Amburgo; Caspar David Friedrich: Infinite Landscapes, Berlino; Caspar David Friedrich: Where it all started, Dresda) organizzate per celebrare il pittore Romantico tedesco a 250 anni dalla nascita. Di certo non costituisce un buon biglietto da visita il fatto che Friedrich fosse particolarmente amato da Adolf Hitler. Malgrado ciò, io personalmente, se posta davanti a una scelta, propenderei per la mostra di Dresda anzichè quella londinese di Barbie.
Dei numerosi articoli pubblicati in occasione del lancio di una linea di prodotti di bellezza da parte di Marina Abramović vi segnalo questo che, ripercorrendo un po’ la storia della performance art, arriva alla conclusione che l’intento della Abramović non sia affatto satirico. Io resto comunque in attesa che qualcuno confermi che si sia trattato di un’altra delle performance artistiche dell’artista Serba.
Restando in tema di satira, vi suggerisco questo episodio podcast per un’intervista all’autore dei meme più virali del mondo dell’arte. L’artista che sta dietro all’account Instagram @freeze-magazine e che viene regolarmente invitato a partecipare a seminari e tavole rotonde ma continua ad indossare una maschera perchè preferisce rimanere anonimo, parla dei principi dietro ad un tale tipo di account e della strategia che ne consegue.
La battaglia giudiziaria Rybolovlev contro Sotheby’s, di cui avevo accennato qui, si è conclusa con una sentenza a favore della casa d’aste. La prima metà di questo episodio podcast racconta un po’ cosa è accaduto in aula durante le prime settimane del processo.
Il fatto che ad intraprendere una crociata per una maggiore trasparenza delle operazioni di vendita delle opere d’arte sia stato un uomo che si è arricchito nella Russia post-sovietica con operazioni finanziarie a dir poco dubbie ha lasciato tutti un po’ perplessi.
Il caso dell’oligarga russo si va dunque ad aggiungere a quelli discussi in questo articolo-When Is an Art Sale Simply Unfair and When Is It Fraud?-che dissipa molti dubbi al proposito delle compravendite nel mondo dell’arte.
Concludo questa lista con due video. Il primo, un vero e proprio spettacolo visivo, di un’installazione dell’artista spagnolo SpY che in occasione del Festival delle Luci di Ghent ha avvolto con coni stradali luminosi le colonne neoclassiche di uno degli edifici dell’Università.
Considerato che il neoclassicismo è il mio pane quotidiano, sono sempre incuriosita da operazioni che, come questa della città belga, rimuovono l’arte classica (in questo caso l’architettura) dal piedistallo e ne offrono al pubblico una nuova prospettiva.
Il secondo video è di un esperimento che, commissionato da Art Fund, un’organizzazione britannica di beneficenza, è stato già sperimentato ad onor di cronaca qualche mese fa alla Courtauld Gallery di Londra.
L’esperimento consiste nell’invitare i visitatori di un museo (nel video il Victoria and Albert Museum) ad indossare una cuffia che, collegata poi a un monitor per elettroencefalogramma (EEG), consente di visualizzare su uno schermo le onde cerebrali delle persone in 3D.
Vi invito a condividerlo con coloro che ancora dubitano (se ne conoscete) che l’arte possa ingaggiare il cervello. Se non credono ai loro occhi forse credereanno alle loro orecchie!