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Una selezione delle cose che ho letto (prima di andare) e visto a Londra all’inizio del mese di Marzo, 2024.
Sargent and Fashion, alla Tate Britain fino al 7 Luglio, si è purtroppo rivelata non valere il costo del biglietto d’ingresso-22 pounds (quasi 26 euro!). Le recensioni in cui mi sono imbattuta non sono positive, ma la più feroce è forse quella di Jonathan Jones-Sargent and Fashion review – tragicomic travesty is a frock horror. Consiglio però di leggere anche l’invito al critico del The Guardian da parte della storica della moda Cally Blackman a Throw off the cloak of snobbery and treat fashion as a serious art form.
Sul riallestimento della collezione permanente della Tate Britain è stato scritto ampiamente, ma l’articolo con cui mi trovo pienamente d’accordo è l’editoriale apparso su The Burlington Magazine lo scorso Luglio-At Tate Britain.
Poichè la storia dell’arte del Settecento è la mia grande passione, traduco questo passaggio:
”La difficoltà dei curatori nel collegare l'arte con la storia viene alla ribalta nelle gallerie dedicate al Settecento. Nel testo sulle pareti della Sala 5, "Troubled Glamour", si ammette che i dipinti di artisti come Thomas Gainsborough e George Stubbs "promuovono un senso di armonia, ordine ed eleganza", solo per poi ricordarci con forza che quello era un tempo in cui il potere della Gran Bretagna era basato “sul duro lavoro dei contadini e operai, sui sacrifici degli uomini nell’esercito e nella marina, sul lavoro non retribuito degli africani ridotti in schiavitù nelle piantagioni caraibiche e sullo sfruttamento militare e commerciale dell’India.”
Il problema con questa riflessione è che ci troviamo in una galleria d’arte, non in un’aula di storia, e la domanda è quindi come le opere in mostra, di cui quasi nessuna raffigura le cose appena elencate (fatta eccezione dell’imprese militari) debba essere compresa. […] Perché Tate insiste nell’adottare questa linea? La National Gallery non ricorda agli ammiratori di Paolo Uccello la dura sorte dei braccianti agricoli nella Toscana del XV secolo, né la Wallace Collection fa cenno nel cartellino che accompagna il Paesaggio con arcobaleno di Rubens alla crisi migratoria causata dalla Guerra dei trent'anni. Tra le virtù messe così in bella mostra alla Tate, una è particolarmente assente, vale a dire l'umiltà: il presente, è sottinteso, ha molto da insegnare al passato.”
Sul numero di Marzo di Apollo Magazine Clare Bucknell ha recensito approfonditamente Angelica Kauffman che ha finalmente aperto alla Royal Academy of Arts. La mostra era stata programmata per il 2020, ma cancellata a causa della pandemia di Covid-19.
Sempre alla Royal Academy, ma nella galleria dedicata alla collezione permanete e quindi gratuitamente, è possibile ammirare fino all’inizio del prossimo anno Flaming June in prestito dal Museo de Arte de Ponce di Puerto Rico.
Why is Flamig June iconic? e The Fascination of Flaming June dovrebbero convincere chiunque a fare un salto nelle sale per ammirare quest’opera “estiva e sexy: emblema dell'indolenza pittoresca con la sua figura addormentata cullata dalla brezza marina e dal profumo dell'oleandro”, capolavoro del pittore Vittoriano Lord Frederic Leighton.
Pesellino: A Renaissance Master Revealed ha chiuso il 10 Marzo, ma sul canale YouTube della National Gallery è possibile vedere un video sul restauro del cassone nuziale con Storie di David su cui la mostra si incentrava.